Galleria foto: Dramma Teatrale "Massacre at Civitella"

Dramma Teatrale

 

Si ringraziano: il Cast e David Waters, che colpito e commosso si sente ispirato a farne un dramma teatrale che è stato rappresentato il 5,6 e 7 settembre 2002 al Mick Jagger Center a Londra dal titolo "Massacre at Civitella".

 

Massacre at Civitella

Dramma teatrale svolto a Londra il 5-6-7 Settembre 2002

 

 

ATTO PRIMO

PROLOGO

 

Lara (vecchia) apre un vecchio scrigno di memorie (vecchie foto, ricordi)

DIDASCALIE: Sullo schermo appare la foto della famiglia di Lara. Più le seguenti didascalie:

  1. La storia di Lara;
  2. Noi non possiamo portarvi le centinaia di persone;
  3. Non possiamo ricreare le belle colline verdi della Toscana;
  4. Non possiamo ricreare quello che fu l’impatto di 300 soldati che marciarono contro un piccolo pacifico paese;

(Lara raccoglie alcuni fiori e li sistema in un vaso)

DIDASCALIA: La storia di Lara, la storia vera di una giovane ragazza italiana e di quello che accadde nell’estate del 1944 nel medioevale paese di Civitella.

 

LA FANCIULLEZZA

 

Lara è una giovane adolescente .Ella è brillante e intelligente. I paesani si muovono intorno a lei e la salutano

Schermo : una splendida vista delle verdi colline della Toscana

Musica: gentile allegra.

Luci: luminose solari

Dante si dirige verso Lara e la bacia sulla guancia e va verso Armida, sua moglie.

DANTE : Ciao Lara, come sta oggi la mia cara figliola?

LARA : Mi sento come una regina nel suo piccolo regno.

Dante scherzosamente (facendole il verso) “Si sente come una regina”.

Dante sorride e bacia Armida sulla guancia.

Lara si rivolge agli spettatori.

LARA : Scusate, voi non sapete niente di me. Mi chiamo Lara Lammioni e vivo qui a Civitella.”

SCHERMO: Sullo schermo appaiono alcune strade di Civitella.

LARA : E’ un piccolo paese vicino ad Arezzo in Toscana, pieno di resti medioevali con un’antichissima torre in pietra, situata in alto su una collina. Da quassù si può vedere tutta la pianura della Val di Chiana, ma io non penso che possiate immaginarvi quanto e’ bello! Miglia e miglia di vigneti da dove viene il Chianti, la verde pianura e le lontane colline nello sfondo. Io vivo in una grande vecchia casa, proprio nel centro del paese e sono circondata da tutta la mia famiglia, genitori, nonni, zii, zie, cugini e una sorellina. Vivo una vita così serena e tranquilla!.

Va da Armida e la bacia.

Penso che tutti mi vogliano bene.

ARMIDA : Perché sei sempre così felice Lara?

Nel frattempo le amiche di Lara entrano in scena e cominciano a preparare il loro trucco. Le parole di Lara sono veloci, eccitate come quelle di un bambino.

LARA : I giovani non sono tutti felici come me mamma? Ma io penso di avere qualcosa di speciale, qualcosa in più. I giochi che noi facciamo, così semplici come girotondo, nascondino, oh! E i nostri tentativi di recitazione. Noi mescoliamo succo di uva rosso con la farina per preparare il nostro trucco, ma la mamma si arrabbia quando le mie amiche fanno disordine!

Ella spalma il trucco sulla faccia delle sue amiche.

Ridono tutti insieme.

ARMIDA : ridendo :Quando tu, cara signorina, metti tutto in disordine

Esse escono per andare a pulirsi, Sandro, un ragazzo va vicino a Lara.

SCHERMO: Nuvole che si muovono su un cielo azzurro

SUONI: Cinguettii di uccelli.

La vecchia Lara riprende la narrazione mentre Lara e Sandro siedono insieme.

VECCHIA LARA : Godevamo di una completa libertà, i nostri giuochi si svolgevano nei nostri giardini (orti) e nelle strade che sono un labirinto di scalini , vicoli ed archi e la nostra meravigliosa torre medievale! Il mio posto preferito era però il nostro attico. Grande e pieno di vecchia mobilia, vecchi libri, giornali, vestiti di tutte le fogge e misure. Perfetto per i nostri giuochi!

Lara prende il libro della Vecchia Lara e Sandro lo prende da lei.

SANDRO : Ti mancherà tutto questo quando sarai ad Arezzo!

LARA : Oh! Il richiamo della grande città: Arezzo! E poi tornare a scuola!

SANDRO : Che cosa rimpiangerai di più?

LARA : Raccogliere le ciliegie!

SANDRO : Tutto qui?

LARA : Oh, si, la mia famiglia.

SANDRO : Io rimpiangerò le passeggiate con te, guardando insieme i tramonti.

LARA : sono così belli. Sentirò la mancanza dello stridio delle rondini.

…… pag 6 testo inglese

SANDRO :Lara, ti posso fare una domanda?

LARA : Certamente!

SANDRO : Sentirai la mia mancanza?

Lara risponde con un sorriso e un abbraccio.

……… pag 6 e 7 testo inglese

 

VECCHIA LARA: Le mie memorie si affollano con tale chiarezza con rimpianti tristi e penosi che mi costringono a scrivere su di loro. Quella serenità, quella assenza di ansietà, quel tempo di gioia e sicurezza non dovevo sperimentarli più. Era il mio piccolo paradiso dal quale trovai la forza di affrontare le più dolorose situazioni della mia vita. E che questo mio mondo fosse infranto e calpestato in modo tanto crudele non toglie anzi accresce la dolcezza e lo struggimento del suo ricordo.

………..pag 7 , 8 e 9

VECCHIA LARA:Poi venne la guerra.

LARA : simultaneamente: Poi venne la guerra.

DIDASCALIA -SCENA: Le bandiere sono girate in modo da rivelare tre bandiere naziste rosse con il simbolo in nero (croci uncinate) in un cerchio bianco.

 

PREMONIZIONE

 

IL PRETE : La vita in Civitella non cambiò molto. Con l’eccezione che le solite chiacchiere furono sostituite da discorsi più seri: si parlava di quello che erano stati richiamati, di quelli di cui mancavano notizie. Noi prendevamo parte a tutta la tristezza e sofferenza della nostra povera Italia; ma di tutto ciò eravamo, in fondo, solo spettatori.

Avevamo abbondanza di cibo, non vi era pericolo di bombardamenti, eravamo tutti uniti, crescevamo l’un l’altro vicino. Grazie a Dio, sembrava che la guerra ci fosse solo passata accanto.

DIDASCALIA: 8 Settembre l’armistizio in Italia

VECCHIA LARA: 8 Settembre 1943 l’armistizio fu annunciato.

IL PRETE : Il giorno dell’armistizio Civitella ebbe il suo momento di gioia sfrenata: tutto finito, tutte le minacce allontanate. La sera si fecero grandi falo’; in quel momento di euforia tutta la legna messa insieme così faticosamente fu bruciata.

Regnava ovunque un gran ottimismo, nessuno sembrava rendersi conto che la nostra posizione sarebbe divenuta tanto più difficile con l’armata tedesca ancora in piena efficienza in mezzo a noi che considerava traditori.

…… pag 9,10 e11

PRETE: Poi cominciarono i bombardamenti alleati su Arezzo e nelle zone vicine.

Avevamo imparato a distinguere il rombo cupo dei quadrimotori e talvolta si potevano vedere le bombe che cadevano sull’obbiettivo da dove poi si alzavano colonne di fumo. Civitella si riempì di sfollati di Arezzo e di Firenze.

VECCHIA LARA: La zia Elena, zio Giuseppe e il nonno Federico, vennero tutti a stare con noi. Con lo zio Gigi, la zia Marietta, le cuginette con la zia Assunta e lo zio Bista dall’altro lato della piazza, eravamo una grande famiglia felice.

PRETE : Tutti cercavano pace e salvezza. Così malgrado tutti i minacciosi segnali di pericolo noi continuavamo ad essere fiduciosi nella nostra sorte.

LUCI - Cambiano per mostrare l’interno del “Dopolavoro”

SCENA - DIDASCALIA - Sabato 18 GIUGNO 1944 -DOPOLAVORO

ARRIVA GENTE - Arrivano 4 soldati tedeschi e cominciano giocarea carte, chiaramente essi hanno bevuto e sono chiassosi. La gente li guarda, altri cercano di ignorarli.

1° TEDESCO : Ho vinto amici.

2° TEDESCO : Un’altra volta? Secondo me , vinci un po’ troppo ……

1° TEDESCO : Cosa vorresti dire?

2° TEDESCO : Niente, non importa

3° TEDESCO : Tu non hai mai saputo perdere!

4° TEDESCO : Sfortunato al giuoco e sfortunato in amore!

Essi ridono del secondo tedesco.

Due persone locali sembrano inquiete: Alberto e Sandro.

ALBERTO : Cosa ci fanno qui questi tedeschi?

3° TEDESCO : Su, dai, tocca a te!

SANDRO : Ignorali. Non danno noia. Stanno solo giocando.

ALBERTO : Perché non se ne tornano ad Arezzo? Sono venuti qui a guastare la serata!

ELENA : Probabilmente vogliono tenerci d’occhio!

4° TEDESCO : Dagli buone carte

SANDRO : E che ci possiamo fare? Noi non siamo soldati!

ALBERTO : Non avremmo mai dovuto allearci a loro.

ELENA : Si, siamo i lori alleati adesso. I loro cosiddetti “amici”

ALBERTO : Io non chiamerò mai amico un tedesco. Sono tutti uguali

SANDRO : Bene, che cosa siamo noi allora?

ALBERTO : Che cosa dici?

SANDRO : Noi italiani siamo tutti uguali? E i francesi , sono tutti uguali?

ELENA : Tu hai capito cosa vuol dire Sandro!

ALBERTO : (arrabbiato)

E adesso cosa sei diventato? Un simpatizzante dei tedeschi?

SANDRO : Voglio dire soltanto che non si può generalizzare.

ALBERTO : Ed io invece lo posso quando si tratta di questi assassini bastardi!

Sono arrabbiati e gridano. I tedeschi se ne accorgano e smettono di giocare.

MARK (uno dei quattro tedeschi) : E chi e’ l’assassino bastardo?

ALBERTO : Stai parlando a me, porco arrogante?

1° TEDESCO : Non capisco quello che dici, ma non mi piacciano le tue maniere.

ALBERTO : (facendo il verso al tedesco) :Bene io ti capisco , porco tedesco!

SANDRO : Non incominciare ……

2° TEDESCO : Cosa dici?

ELENA : (al tedesco) Niente. Non ci far caso. Ha bevuto.

2° TEDESCO : Tutti abbiamo bevuto.

ELENA : Capite l’italiano?

1° TEDESCO : Abbastanza da capire che siamo stati insultati.

ALBERTO : Non fate gli amici con loro! Sono tutti porci schifosi. Non leggete i giornali? Non sono degni di respirare la nostra stessa aria!

SANDRO : Alberto falla finita! Capiscono quello che diciamo!

ALBERTO : Bene. Spero che vadano nel profondo dell’inferno.

Due tedeschi vanno verso Alberto.

2° TEDESCO : Dovresti stare più attento a quello che dici, amico!

ALBERTO : Va all’inferno!

2° TEDESCO : Dovreste avere più rispetto dell’armata tedesca, sapete!

ALBERTO : Cosa dice? Rispetto ah!

Alberto tenta di spingere il 2° tedesco ma questi non si muove e allora Alberto guardandolo in faccia gli dice:

ALBERTO : (con molta calma) : Spero tu sopravviva a questa guerra, vuoi sapere perché? Spero che tu torni a casa dalla tua famiglia e la trovi che sono stati tutti uccisi. Hai capito? I tuoi bambini assassinati, tua moglie stuprata. Spero che gli inglesi ti abbiano distrutto tutto. Proprio come voi distruggete tutto quello che vedete. Non vi rispetterò mai più!

Alberto gli sputa in faccia. Il tedesco reagisce. Inizia una lotta.

SANDRO : Non ci fare caso. E’ ubriaco!

Sandro cerca di fermare la rissa, ma non ci riesce. La gente rumoreggia e insulta i tedeschi.

2° TEDESCO : Su dimostragli come siamo fatti!

La rissa diventa più seria.

3° TEDESCO : Basta adesso!

Il combattimento continua con la gente ancora rumorosa. Il 3° tedesco tira fuori  la sua rivoltella e la punta in alto, sta per sparare un colpo di avvertimento

ELENA : Finitela, finitela tutti! Metti via quella rivoltella!

Elena tenta di metter via l’arma, ma il tedesco la spinge via, Sandro vede questo e grida.

SANDRO : No!!!

SUONO: Improvviso rumore di spari

MUSICA: sinistra

Alberto spara ai tedeschi uccidendone tre e ferendone uno.

Tutti guardano Alberto. Egli guarda i tedeschi morti e poi la gente. Il tedesco ferito scappa zoppicando.

Sandro corre fuori.

SCENA: La scena al dopolavoro diventa scura.

SCENA: Durante il seguente dialogo si vedono i paesani muovere i cadaveri e appoggiarli al muro.

Lara e’ spaventata, la gente fugge dal dopolavoro. Lara ferma Elena

LARA : Zia Elena, che e’ successo?

ELENA : Quei tedeschi al dopolavoro … li hanno uccisi.

LARA : Ma ………..chi e’ stato?

Lara ferma Sandro che sta passando.

LARA : Sandro che e’ successo?

SANDRO : Non chiederlo. Nessuno lo sa.

ELENA : Ma tu eri con lui ………..Chi e’?

SANDRO : No, non lo conosco!

LARA : Ma non era con te?

SANDRO : Lara, nessuno sa niente. Hai capito?

LARA : Ho visto dei soldati in paese stamattina. Mi sembrava che fossero gentili.

SANDRO : Ah! Perché regalavano dolci ai bambini

LARA : Ne regalavano anche a mio nonno!

I paesani si sono riuniti, parlando febbrilmente dell’accaduto.

ARMIDA : Li ho visti che lanciavano razzi stamattina. Verso la valle della Trove.

ASSUNTA : Ma perché? Cosa significa?

MARIETTA : Sembravano abbastanza inoffensivi.

DANTE : Noi ce ne dobbiamo andare da qui, prima che ne arrivino altri.

SANDRO : Per voi e’ facile, voi avete la famiglia vicino.

ASSUNTA : Dove andremo?

DANTE : Stanotte non accadrà niente. Riposiamoci un poco e domattina Ce ne andremo, ma prima assicuriamoci che non vi sia nulla di sospetto .

LARA : Non credo che riuscirò a dormire. E i tedeschi? Quelli a cui hanno sparato?

ASSUNTA : Carla e suo marito se ne occupano lì al Circolo.

LARA : Non ho mai visto un morto.

ARMIDA : E non e’ necessario che tu ne veda uno! Va a letto subito.

 

I paesani se ne vanno. Lara entra in casa.

SCENA: La scena e’ vuota.

LUCI: Un po’ di chiaro di luna

SCHERMO: Vago, immagini scure delle facce dei soldati morti.

Lara con una coperta scura che le ricopre il vestito rosso, apre la porta e Sguscia fuori portando una piccola lanterna. Ella guarda furtivamente verso il Dopolavoro e si muove lentamente in silenzio verso i soldati morti, non  li vede, ma illumina le loro facce con la lanterna mentre passa. Poi si ferma bruscamente poiché diventa consapevole della presenza di un’altra persona.

SUONO: un respiro affannoso, molto vicino.

Lara e’ presa dalla paura mentre il suono diventa piu’ chiaro, una figura indistinta si allontana, il respiro diventa  più debole. Lara non vede la figura, ma è alleviata dal fatto che il suono e’ cessato. Ella emette un gran respiro di sollievo.

VECCHIA LARA: Io volevo sapere che cosa era successo. Volevo vedere i soldati morti, vedere come erano morti. Il loro aspetto. Quel respiro affannoso. L’oscurità minacciosa intorno a me. Ero impaurita come se vicino ci fosse qualche spettro. Pensai che era meglio tornare a casa. Mi diressi verso casa e silenziosamente rientrai.

 

PARTENZA

 

Lunedì 19 Giugno

La famiglia di Lara e’ riunita, pronta per andarsene.

DANTE : Spicciati Lara, ti stiamo aspettando.

LARA : Solo un minuto babbo.

ARMIDA : Se e’ come me non avrà dormito molto.

DANTE : Staremo bene non vi preoccupate.

ARMIDA : Non vi preoccupate, dice - Luigi, sei pronto?

LUIGI : Ho del lavoro da fare all’Ospedale. Hanno bisogno di me.

Lara si affretta, annodandosi una sciarpa.

LARA : Mamma, eccomi! (Bacia la mamma) Zio Gigi, babbo c’è un gruppo di tedeschi che stanno avvicinandosi. Ufficiali penso. Li ho visti dalla finestra.

LUIGI : Andate voi, me ne occupo io …..

DANTE : Vieni con noi, non c’è bisogno che tu …..

LUIGI : Faranno solo delle domande. Dante prendi la tua famiglia e andate. Vi vedrò più tardi.

ARMIDA : Noi saremo dai nostri amici a Casa al Pazzo. E’ a circa tre chilometri da qui!

LUIGI : Lo so, lo so. Via andate, presto!

Essi se ne vanno , mentre arrivano due Ufficiali Tedeschi. Luigi si dirige verso l’ospedale.

 

SCHERMO: Lo schermo mostra la bandiera Nazista.

1° UFFICIALE TEDESCO: Tu!

Luigi finge di non aver sentito e prosegue il suo cammino.

1° UFFICIALE : Sei sordo, vecchio

LUIGI : No! Io non sono sordo e non ancora vecchio,

2° UFFICIALE : Capisci il tedesco?

LUIGI : Un poco. Capisco più di quello che posso parlare.

1° UFFICIALE : Chi sei?

LUIGI : Mi chiamo Luigi Lammioni. Lavoro all’Ospedale. Io sono il Segretario.

1° UFFICIALE : Hai sentito cosa e’ accaduto al Vostro Dopolavoro?

LUIGI : Si, ho sentito quello che e’ successo.

1° UFFICIALE : Hai visto quello che e’ successo?

LUIGI : Ho fatto fare le loro bare, sono andato al loro funerale.

2° UFFICIALE : Questo non e’ quello che ho chiesto.

LUIGI : Io non c’ero.

1° UFFICIALE : Sai chi ha sparato?

LUIGI : Mi hanno detto che era uno straniero. Non di Civitella. Uno straniero.

1° UFFICIALE : I partigiani eh! E’ facile dare la colpa a qualcun altro!

2° UFFICIALE : Avete molti stranieri in questo Club privato!

LUIGI : Non e’ privato, ma talvolta si ferma qualcuno per passarvi la notte.

L’ufficiale n. 1 colpisce Luigi in faccia, facendolo cadere per terra.

1° UFFICIALE : Non ti credo. Chi era quest’uomo?

LUIGI : Ve l’ho detto. Tutti vi diranno la stessa cosa. Uno di fuori.

1° UFFICIALE : Uno straniero? Tre dei miei soldati uccisi, un altro ferito.

LUIGI : Mi spiace di sentire questo, ma non posso dirvi nulla di più.

L’ufficiale n. 2 prende la pistola e la punta contro la testa di Luigi.

1° UFFICIALE : E se io ti sparassi , amico mio, sarebbe ben fatto non pensi?

LUIGI : No, non fatelo, mettete via la rivoltella. Non posso dirvi quello che non so! Sparatemi se dovete farlo, non farà nessuna differenza. Nessuno a Civitella conosce quest’uomo.

L’ufficiale n. 1 risponde colpendo Luigi sulla faccia, e dandogli un calcio sulle costole e mette via la pistola. Stanno per andarsene poi si fermano.

1° UFFICIALE : Per le 12 di domani , vogliamo sapere chi sono questi partigiani. Se no …… rappresaglia!

2° UFFICIALE : Vedo che sono stati messi dei fiori per i miei uomini. Per pietà suppongo. Ci vorrà molto più di questo, per pareggiare il conto con i tre tedeschi morti, amico mio!

Entra il prete.

1° UFFICIALE : (ironicamente) Diciamo buon giorno al Padre!

Se ne vanno ridendo.

 

TUTTO CHIARITO

 

SUONO: Campane.

SCHERMO: Un avviso tedesco appuntato alla porta della chiesa.

DIDASCALIA: Qualche giorno più tardi.

PRETE : E’ un comunicato ufficiale. Dai nostri buon amici, i tedeschi.

DANTE : Leggendo :Il comando tedesco accetta che la popolazione di Civitella non e’ responsabile per la recente uccisione di tre soldati tedeschi.

MARIETTA : leggendo : E’ stato attribuito ai ribelli. Ai partigiani

PRETE : Mi hanno ordinato di dare una comunicazione ufficiale. La popolazione può ritornare a Civitella.

MARIETTA : Senza timore per la loro salvezza e le loro cose.

PRETE : La notizia si sparse subito e tutti tornarono, quietamente e pacificamente, fidandosi dei nostri alleati. Ci fu una strana calma per alcuni giorni. Io pregai Dio che ci salvasse.

MARIETTA : Gli inglesi si avvicinano!

DANTE : La scorsa notte il cielo era illuminato dai razzi verso Sud.

ELENA : Avete visto le lunghe file di autocarri tedeschi, simili alle formiche che si ritirano verso nord, passano dalla via della Trove?

ASSUNTA : Sta diventando pericoloso. Ho paura per i miei bambini.

ARMIDA : Siamo isolati da tutti. ..

PRETE : Dobbiamo stare in casa, saremo più al sicuro.

MARIETTA : Hanno perquisito alcune case, qualche giorno fa. Cercavano radio, forse.

ASSUNTA : Hanno preso la radio della casa del prete.

DANTE : Non vogliono farci sapere cosa sta succedendo.

ASSUNTA : Io li ho visti andare via, in una bella macchina bianca.

ELENA : Preghiamo Dio di non rivederli più!

PRETE : E che Iddio ci protegga.

 

IL MASSACRO

 

VECCHIA LARA: Per aiutare la zia Marietta a prendersi cura delle mie cuginette, mi ero trasferita di sopra nell’appartamento dello zio Luigi. Io avevo una piccola camera che guardava nella piazza,così io potevo vedere tutto quello che vi accadeva. Quella mattina - Giovedì 29 Giugno - fui svegliata circa alle 7.30 da voci allarmate.

SCENA: Nella scena appare la didascalia: GIOVEDI 29 GIUGNO 1944

LARA : Perché tanto rumore?

SUONO: I dialoghi si intrecciano e si sovrappongono.

I tedeschi sono entrati in Chiesa.

  • Ce ne sono a centinaia. Sono armati.
  • Ma e’ la 1° Messa. E’ la festa di San Pietro e Paolo.
  • Ma a loro cosa importa? Non hanno un Dio!
  • Soltanto quello con i baffetti neri!
  • Pagani. Cosa penseranno di fare?
  • Uno dei loro giochetti. Si divertono a spaventare la gente.
  • Mi domando cosa succede …. Lara va a dirlo alla tua famiglia.
  • Mio marito e’ qui ...
  • Non ti preoccupare. Non accadrà niente.
  • Ma perché … perché dovrebbero andare ….

SUONI: Improvvisamente forti rumori di spari intorno alla casa di Lara.

Lara va di sopra dalla zia Marietta.

LARA : Zia vestiamo le bambine.

MARIETTA : Ma cos’è accaduto?

LARA : Stanno sparando. In Chiesa.

DANTE : (gridando) Lara vieni giù subito. Il tuo posto e’ con noi adesso.

LARA : Babbo stanno sparando ….

DANTE : Lo so, ho sentito.

ASSUNTA : Dove e’ Bista? E’ andato a Messa?

DANTE : Lara vieni qui.

ARMIDA : Oh! Madre di Dio!

Appare Luigi

LUIGI : Cosa stai dicendo Lara?

DANTE : Stanno uccidendo tutti. Sono impazziti.

ASSUNTA : Dov’è mio marito? Qualcuno ha visto Bista?

ELENA : E’ in Chiesa con Giuseppe.

ARMIDA : Oh mio Dio, mio Dio …

LARA : Cosa dobbiamo fare? Babbo ho paura …

MARIETTA : Qualcuno ci aiuti. I bambini …..

ARMIDA : Sarà un massacro! Moriremo tutti!

ELENA : Armida basta! Non fai che peggiorare le cose!

LUIGI : Che stai dicendo Marietta?

DANTE : Gigi, controlla le finestre, di sopra!

LUIGI : Cosa facciamo?

DANTE : Controlla le finestre!

MARIETTA : Gigi stai con me!

Luigi esce.

ARMIDA : Dove e’ mia sorella? (Chiama) Elena!!

ASSUNTA : Oh! I miei bambini, i miei bambini!

ARMIDA : Elena, Giuseppe e’ andato in Chiesa?

ELENA : Si te l’ho detto.

DANTE : Lara aiuta la zia Assunta!

MARIETTA : Dov’è tuo padre Armida? E’ andato in Chiesa?

LARA : Nonno!!!

ARMIDA : Ci uccideranno!

Luigi ritorna.

LUiGI : Lara apri la porta! C’è lo zio Bista!

ASSUNTA : Dio mio! Fallo entrare. Apri la porta!

DANTE : No e’ troppo pericoloso!

ARMIDA : C’è tuo fratello, Dante!

MARIETTA : Qualcuno gli apra la porta! Lara!

Lara si precipita alle porta ma non può aprirla.

LARA : Non si apre, e’ sprangata!

VOCI: Tutti urlano a Lara di aprire la porta a Bista

SUONO: Bista bussa più forte.

TUTTI INSIEME: Apri la porta. Affrettati per l’amor di Dio! Su Lara affrettati!

LARA : Non posso. La mano si e’ intorpidita.

TUTTI INSIEME: Allontanatevi dalla porta. Ci dobbiamo nascondere. Non c’è Speranza. Stanno venendo. Svelti. Dio ci aiuti!! Etc

Lara riesce finalmente ad aprire la porta e cade all’indietro.

SCENA: La scena si fa silenziosa.

Bista appare dietro la porta, illuminato dal sole, la faccia piena di paura e dolore, il sangue che scorre dalla fronte, cade all’indietro lentamente, chiama sua moglie, la famiglia rimane in silenzio. Assunta sviene, Armida e Marietta vanno da lei.

BISTA : Assunta!

Lara va da lui, ma e’ fermata da Luigi che la tira indietro.

LUIGI : No Lara!

Luigi chiude la porta. La famiglia sta in silenzio assoluto.

LARA :C’erano tanti chiavistelli, se io avessi aperto la porta! Babbo! Perché gli hanno sparato! Babbo!

Dante scuote la testa in silenzio. Dopo una lunga pausa silenziosa (Luigi apre la porta per vedere suo fratello).

DANTE : No Gigi!

Luigi richiude la porta .

LARA : Dobbiamo portarlo in casa, non lo possiamo lasciare li’ per terra!

DANTE : Ormai non possiamo più fare niente per lui.Credimi Lara e’ morto.

VECCHIA LARA: L’impatto con la morte di qualcuno che amate e’ troppo forte, non lo potevo accettare. Per molti anni io sono stata ossessionata con gli stessi pensieri. Se fossi stata più veloce per le scale., se avessi aperto con più sveltezza quei catenacci, forse avrei potuto salvare mio zio. Io ho spesso pensato a quei pochi secondi che intercorsero fra lo sparo e l’apertura della porta. Mio padre vide la paura nei miei occhi.

DANTE : State tranquilli, va tutto bene. Assunta, te lo prometto finché vivrò i figli di mio fratello saranno anche figli miei.

SUONO: Si ode un forte colpo alla porta. Grande tensione.

MARIETTA : Gigi presto, dobbiamo nasconderci in soffitta ….

DANTE : Lara hai sempre detto di avere coraggio. Ora e’ il momento di mostrarlo.

VECCHIA LARA: Quelle furono le ultime parole che mi disse mio padre.

Lara apre la porta, tre soldati tedeschi la spingono da parte. Un soldato punta una pistola direttamente verso Dante. Dante alza lentamente le mani.

VOCI: I tedeschi gridano “RAUS RAUS”

VECCHIA LARA: ricordando: Vedendo mio padre alzare le mani fui dolorosamente colpita. Come se il sostegno al quale mi appoggiavo con tanta fiducia fosse improvvisamente crollato, lasciandomi indifesa di fronte agli eventi.Ci fecero uscire di casa e ci trascinarono in piazza che era piena di soldati tedeschi, un numero enorme.Urlavano ordini in tedesco. Gli spari erano cessati e io pensai che tutto sarebbe andato bene.

UFFICIALE TEDESCO: Muovetevi verso la Chiesa. Tutti. Adesso.

Un altro ufficiale spinge Assunta da parte, Lara cerca di andare da suo padre Ma un ufficiale la spinge per terra.

VECCHIA LARA: Babbo

L’ufficiale le fa segno di andare ad unirsi alle donne.

VECCHIA LARA: Non capivo quello che stava succedendo. Emozioni cosi’ violente, un incubo. Ma io ero lì.

Dante offre il suo orologio all’Ufficiale n. 2. Lara tenta di andare da lui ma l’ufficiale la ferma.

UFFICIALE N. 3 a Dante: Che stai guardando miserabile bastardo!

L’ufficiale n. 2 prende l’orologio e il gruppo di uomini si muove

UFICIALE N. 3: Guardali Bisogna ??

Si vede la faccia del primo tedesco, torturata, in pena, non sa perché sta facendo tutto questo.

VOCE: L’Ufficiale n. 1 grida ordini ai suoi uomini.

VECCHIA LARA: Non avevo visto mai tanti soldati.

UFFICIALE 1 : Il terzo Reich non tollera quello che i ribelli hanno fatto.

VECCHIA LARA: A centinaia dovunque guardavo.

UFFICIALE 1 : Soldati tedeschi sono stati uccisi qui!

VECCHIA LARA: Qualcuno di loro aveva lunghi grembiali, sopra l’uniforme.

UFFICIALE 1 : La popolazione di Civitella sarà interrogata e dovrà dire chi e’ stato.

VECCHIA LARA: In un primo tempo non avevo capito il terribile significato di questo accessorio.

UFFICIALE 1 : Riuniteli vicino alla Chiesa per interrogarli. Muovetevi!!

VECCHIA LARA: Ma chiaramente servivano per non macchiare le loro uniformi.

UFFICIALE 1 : Sparate a questa gente, fatelo adesso!

VECCHIA LARA: Con il sangue della mia gente.

SUONI: (Spari, donne che urlano)Si diffonde il colore rosso sangue. 

SUONI: Poi silenzio completo.

 

ASSUNTA

 

DIDASCALIA: Tre mesi più tardi -

La commissione Inglese d’inchiesta.

SERGENTE : Sono il sergente Clewlow - 78 ° sezione - Maria Assunta Lammioni compare come testimone e come interprete Livia Magini. E’ Venerdì 3 Novembre. Sono le 3 e in questo la signora Lammioni comincerà quando sarà pronta.

DIDASCALIA: Assunta Lammioni 34 anni

ASSUNTA : sono la vedova di Giovan Battista Lammioni, che aveva 48 anni. Abbiamo 4 figli: David, Luigina, Maria Rosaria e Paolo.

MAGINI : Signora Lammioni volete che legga io la vostra deposizione?

DIDASCALIA: Giovedì 29 Giugno 1944 ore 5 antimeridiane

ASSUNTA :Il 29 Giugno, la mia famiglia si alzò presto. Io preparai i bambini e alle 5.30 Luigina e Maria Rosaria andarono in Chiesa. Un po’ più tardi mio marito mi disse che i tedeschi stavano venendo su per la collina verso il paese e sparavano. Mi disse di non preoccuparmi poiché essi non toccavano donne e bambini. Erano allora circa le 7.30. Mi disse di andare a prendere i bambini in Chiesa e se ne andò dandomi un bacio. Si sentiva sparare dappertutto; io avevo paura così andai in casa di mio cognato Dante Lammioni. Subito dopo essere arrivata spararono a mio marito. Poi tre soldati entrarono nella casa, dovevano essere tedeschi, ma io penso che erano italiani perché parlavano italiano con accento toscano.

ARMIDA : E’ vero questo, Assunta?

SERGENTE : Proseguite, signora.

ASSUNTA : Non posso descrivere questi soldati molto bene; portavano elmetti di acciaio e giacche camuffate. Avevano anche una specie di maschera sulla parte inferiore della faccia. Essi fecero uscire tutti, anche i miei tre figli, ma vedendomi con un bambino in braccio, mi lasciarono stare. I soldati frugavano in tutti i cassetti, prendendo quello che volevano. Poi tagliarono i materassi e vi gettarono qualcosa che sembrava benzina. Io cercai di andarmene ma essi mi fermarono e si misero a ridere e poi dettero fuoco alla casa. Dopo un po’ rimase solo un soldato, ma anche lui rifiutò di farmi andare via. Intanto la casa aveva cominciato a bruciare, dovetti mettermi in ginocchio davanti a lui, a quell’animale, pregandolo di salvare la vita al mio bambino. Dicendogli che avevano gia’ ucciso mio marito e che non sapevo dove erano stati portati gli altri miei figli.Dapprima rideva di me e mi fece rimanere la, poi cambiò idea e mi disse di andarmene.Era difficile ma io riuscì ad uscire senza bruciarmi. Cercai di raggiungere la parte di dietro della casa dove sapevo che giaceva mio marito. Vidi molti della mia famiglia, i miei vicini, i miei amici tutti che giacevano sulla strada. Mio cognato Dante era stato colpito ma non era ancora morto e giaceva in una pozza di sangue. Chiamava sua moglie Armida. Allora un soldato che parlava italiano perfetto gridò a uno dei suoi: “Questo maiale non e’ ancora morto sparagli di nuovo”

ARMIDA : Questo e’ mio marito.

SERGENTE : Signora ………

LARA : Questo era mio padre.

SERGENTE : Mi spiace non capisco.

Guarda l a segretaria che a stento trattiene le lacrime.

ASSUNTA : Sentì il rumore di altri spari e capì che gli avevano sparato un’altra volta. Alcuni soldati tedeschi mi dissero di andare via.

La segretaria è sconvolta da quello che sente

MAGINI (segretaria): Non dovete fare questo. La vostra deposizione non deve essere ….

ASSUNTA : Tutti andavano verso l’orfanotrofio di Poggiali e così vi andai anch’io. Per la strada vidi circa 10 corpi credo che uno fosse di una donna. Tutti giacevano in un lago di sangue. Circa alle una dello steso giorno ritornai in paese per cercare il corpo di mio marito. Qualcuno mi disse che mio cognato Luigi Lammioni era stato ferito ed era in Ospedale. Io andai lì e Luigi mi disse che tutto quello che era rimasto di mio marito era il suo cappello e una pozza di sangue e questo era vero. Lascia l’Ospedale circa alle tre e andai in casa mia dove trovai tre corpi che giacevano vicino alla porta. Uno di questi era quello di mio fratello Torquato Menchetti di 28 anni. La parte inferiore del suo corpo era bruciata, aveva una ferita al cuore, ma io potei riconoscere i suoi lineamenti. L’altro corpo quello del Prete era in gran parte bruciato, ne rimanevano solo la testa e le spalle. L’ultimo corpo era del mio vicino Ivo Caldelli, era talmente consunto dalle fiamme che solo i pantaloni e gli stivali erano i mezzi di identificazione. La mia casa era stata completamente distrutta dal fuoco. Andando in casa dei miei genitori, trovai il corpo di mio padre che giaceva sul pavimento. Aveva molte ferite nella testa e giaceva in un lago di sangue. Questo era troppo per me cosi ritornai a Poggiali. La mattina seguente, circa alle 7, tornai in paese per cercare il corpo di mio marito. Circa alle 10 lo trovai nella bottega del fabbro. Aveva diverse ferite al petto. Con l’aiuto di altre donne, portai il suo corpo in Chiesa. Più tardi mi furono date dalla Sig.ra Sabatini alcune assi di legno con cui furono fatte 6 bare per i membri della mia famiglia. All’alba del sabato, il corpo di mio marito fu posto in una bara e portato al cimitero in un carretto. Non c’era nessun sacerdote al funerale.La domenica, ritornai a Civitella con la mia famiglia per cercare di recuperare qualcosa delle nostre cose.

Lara interrompe parlando al Sergente.

LARA : Anch’io entrai in casa mia. Stava tutto bruciando, ma io volevo vedere se ….. Tu mamma cercasti di fermarmi, io feci appena in tempo ad uscire fuori mentre il soffitto precipitò.

ARMIDA : Noi stemmo li solo alcuni minuti, alcuni soldati tedeschi ci fecero andare via.

MAGINI : Finite la vostra deposizione, prego sig.ra Lammioni.

ASsUNTA : Andai a Malfiano con la mia famiglia, dove rimanemmo fino a che Civitella fu occupata dagli inglesi. Io non so niente dei tedeschi che compirono queste atrocità, benché penso che fossero assistiti da qualche italiano in uniforme tedesca.

Pausa

Ho riletto questa deposizione: e’ veritiera e corretta. Appongo la mia firma. M.A. Lammioni

SERGENTE : Grazie. Thank you

DIDASCALIA: UNA MATTINA D’ESTATE A CIVITELLA 115 PERSONE MUOIONO PER  MANO DEI TEDESCHI.

VOCE: Vecchia Lara ripete le stesse parole.

…… pag 26,27, 28

 

(ATTO 2°)

 

VECCHIA LARA: Sono qui? Sono sveglia? Le memorie si confondono. Il giorno dopo il massacro. Le strade piene di fumo, le case che lentamente bruciano. Sangue sulle strade. L’odore dei corpi che bruciano. Poi ci sono spazi vuoti nella mia memoria.

DIDASCALIA: Venerdì 30 Giugno . Il giorno dopo il massacro.

VECCHIA LARA: Noi tornammo.

ARMIDA : Il massacro ebbe luogo sotto il muro del nostro giardino.

VECCHIA LARA: Mio padre aveva un’espressione serena nel pallore della sua faccia.

ARMIDA : Aveva sangue rappreso vicino al cuore e sopra l’orecchio.

VECCHIA LARA: Io presi il suo fazzoletto dal taschino, Era pieno di fori dei Proiettili e rigido di sangue.

ARMIDA : Tra i cadaveri vidi mio fratello Beppino e mio padre Federico.

VECCHIA LARA: Vidi le face di vecchi amici che ebbero tanta parte nel rendere la mia infanzia così serena e felice.

VECCHIA LARA: In qualche modo, trovammo la forza di portare in Chiesa inostri cari. Il terribile dolore per la nostra famiglia si mescolava con quello per tutti quei morti.

ARMIDA : Con un crescendo di orrore e di disperazione.

VECCHIA LARA: Il calore dell’estate cominciò il suo devastante lavoro. L’aria Era ammorbata dall’odore dei cadaveri che bruciavano e si decomponevano.

ARMIDA : Con la bocca e il naso protetti da stracci imbevuti di alcool, finimmo il nostro lavoro con bare fatte di assi inchiodate, seppellimmo i nostri morti. Non c’era un prete per dire una preghiera per loro o una parola di consolazione per noi.

DIDASCALIA: Domenica 2 Luglio 1944

LARA : Non mi ricordo di quando siamo andati a Malfiano il nostro podere a pochi Km. da Civitella, ma come se ne fosse distante un centinaio. Avevamo bisogno di un riparo, di cibo. Di pace.

ARMIDA : E’ stata un’idea di Lara di andare a Malfiano. Lara e la sua sorellina Maria Grazia , così sconvolte da quello che avevano visto. Luigi che si aggrappava alla sua Vittorina, per paura di perderla. Assunta e i suoi quattro bambini che non capivano quello che era successo al loro babbo, lo zio Bista. Ed alcuni buoni amici tutti sofferenti per l’orrore che avevano passato.

LARA : Hanno voluto condividere la nostra sorte a Malfiano.

DIDASCALIA: Malfiano il podere dei Lammioni

ELENA : Armida non possiamo stare qui.

ARMIDA : Andiamo troveremo un altro posto

LARA : Abbiamo bisogno di cibo e di un rifugio.

ELENA : Certo loro non ci aiuteranno. E’ più facile che ci uccidano.

ASSUNTA : E’ uno sport per loro.

ELENA : Avrebbero potuto spararci a Civitella se volevano.

ASSUNTA : Uccidono perché gli piace. Sono tutti uguali.

ELENA : Anche se non ci uccidono non saremo certo i benvenuti.

ASSUNTA : Assassini!

ARMIDA : Ssss …..Andiamo . Andremo altrove, finché siamo in tempo!

ELENA : Ma dove? Non c’è scampo!

LARA : Abbiamo bisogno di cibo! Da giorni che non mangiamo!

ARMIDA : E che non dormiamo! Abbiamo bisogno di dormire!

VECCHIA LARA: Dormire, sfuggire da questa realtà ripugnante, ma solo perrivivere nei nostri sogni quella terribile tragedia. Tanto dolore

intorno a noi e nessuno a cui potersi appoggiare. Quello cherestava della mia famiglia era con me, ma così annientati dalla

sciagura che non mi potevano offrire nessun sostegno. Misentivo completamente sola. Il pensiero del futuro, quantunque minaccioso, era sopraffatto dal pensiero di affrontare il presente.

1° UFFICIALE : Tu! Cosa vuoi?

LARA : Cosa?

2° UFFICIALE : Sembri affamata.

LARA : Abbiamo bisogno di cibo, si

ARMIDA : Lara, non ……..

LARA : E di un rifugio.

1° UFFICIALE : Venite da Civitella?

Tutti scuotono la testa, pensando che come Civitellini potrebbero essere uccisi.

1° UFFICIALE : No? Da Arezzo allora?

3° UFFICIALE : Tutti senza casa, se vengono da Civitella. C’è stato un bell’incendio, eh!

LARA : Questo e’ il nostro podere. State bevendo il nostro vino!

ARMIDA : Lara!

3° UFFICIALE : Niente e’ vostro! Non più!

1° UFFICIALE : Possono restare. C’è un granaio.

LARA : Grazie.

2° UFFICIALE : Tenetevi lontani da noi.

LARA : Abbiamo bisogno di cibo. Latte, Zucchero, …

2° UFFICIALE : Zucchero? Ma cosa state chiedendo?

LARA : Per i bambini ….. Ne hanno bisogno …

3° UFFICIALE : Quante richieste. Ora ci penso io.

Prende un fucile e solleva con questo la gonna di Lara e usa la sua veste per pulirlo. Gli altri soldati ridevano

1° UFFICIALE : State tutti insieme lontano da noi e noi vi ignoreremo. Capito?

LARA : Si.

2° UFFICIALE : E ora andatevene alla svelta

3° UFFICALE : Muovetevi, massa di stupidi.

VECCHIA LARA: Andammo nel fienile, eravamo più di 40 ed essere tutti Insieme ci dava un po’ di conforto.

In un certo senso, ci sentivamo più sicuri. Chiedemmo ai soldati delle coperte per i bambini, ma quello che ottenemmo fu la vista dei loro fucili. Ogni giorno che passava io mi sentivo sempre piu’ sola, con il pensiero del mio povero babbo, del suo fazzoletto pieno di sangue. E ricordavo quell’odore …. l’odore della morte.

SCENA - DIDASCALIA - Tre mesi dopo . La Commissione Inglese d ’inchiesta

SERGENTE : Signor Lammioni, entrate prego. Mettetevi comodo. Non ci vorrà molto. Fa più freddo, si avvicina l’inverno. Una sigaretta?

LUIGI : Mr. Clewlow, prima di cominciare posso chiedere cosa sperano di ottenere gli alleati da queste interrogatori?

SERGENTE : Interrogatori? Questi non sono interrogatori, desideriamo solo che voi ci raccontiate ciò che accadde.

LUIGI : A che scopo?

SERGENTE : Allo scopo della Giustizia.

LUIGI : E vi aspettate di trovare giustizia in questa maledetta guerra?

SERGENTE : Si. Non so Sig. Lammioni; se queste deposizioni non vengono fatte non possiamo essere sicuri che questa atrocità venga ricordata, potrebbe essere cancellata dalla memoria collettiva.Ufficialmente, intendo. Signora Magini, sedetevi.

Cominciamo (a Luigi) Ci sarebbe giustizia in questo?

LUIGI : E se trovate la vostra giustizia, in che modo punirete i responsabili?

Il sergente appare imbarazzato.

MAGINI : Mi spiace di essere in ritardo.

SERGENTE : Sono presenti: Sig. Livia Magini, Sig. L. Lammioni ed il sergente Clewlow 78° Sez. SIB.

E’ il 20 Novembre 1944 alle 15.23

La deposizione sarà letta dal Sig. Lammioni, Civitella

SCENA - DIDASCALIA - Luigi, maschio età 44 anni.

SEGENTE : quando siete pronto incominciate. Potete interrompervi quando volete.

SERGENTE : Signor Lammioni?

LUIGI : Era il giorno di S Pietro e Paolo. Mia moglie era in casa. Alle 7 circa ho sentito mio fratello G. Battista che mi chiamava dall’esterno della mia casa e mi disse di fare presto perché stavano arrivando i tedeschi. Corsi per le scale, ma in quel momento senti colpi di fucile. Mia nipote aveva aperto la porta. Vidi mio fratello che giaceva in una pozza di sangue davanti alla porta. Ebbi paura, così richiusi la porta e stetti in casa. Mia moglie che nel frattempo era ritornata dalla Chiesa, suggerì di nascondersi in soffitta.

Intanto si sentivano molti spari, ma nessuno vicino a noi. Noi salimmo nella parte più alta della soffitta, con una scaletta di legno. La soffitta era piena di carbone e di zolfo, usato contro le malattie delle viti. Aspettammo un po’ ma poi mi senti sopraffatto da un malessere strano, e andai verso la piccola finestra per prendere un po’ d’aria fresca. Poi guardai mia moglie, ella aveva la schiuma alla bocca e le bambine erano immobili. Io cercai di trascinare mia moglie verso la finestra, ma non mi fu possibile, sembrava che fosse gia’ morta. Presi una bambina Vittorina e la spinsi sul tetto attraverso la finestra.

Luigi sta ricordando la tragedia

VOCI:  si sentono voci registrate.

MARIETTA : Gigi mi sento soffocare, fa qualcosa! Le bambine!

VITTORINA : Babbo, babbo aiutami!

LUIGI : Cosa facciamo? Se andiamo giù ci sparano!

MARIETTA : Moriremo lo stesso Gigi. La finestra! E’ la nostra sola salvezza!

GIULIANA : Mamma ho paura!

LUIGI : Allora mi resi conto che la casa stava completamente bruciando!

Vittorina vieni qui, tesoro mio. Io ti tiro su arrampicati sul tetto. Vieni angelo mio!

VITTORINA : La finestra e’ troppo piccola! Dov’è la mamma?

LUIGI : Andiamo Vittorina ….. Fa la brava bambina. Andrà tutto bene, Vittorina. Il babbo e’ qui con te, la mamma e la sorellina verranno subito. In qualche modo riuscì a passare la finestra con la mia bambina e attraverso il tetto riuscì a raggiungere la casa vicina.Gli spari continuavano e così aspettai un po’ prima di scendere. C’erano due soldati tedeschi nella piazza. Chiesi loro di avere pietà della mia bambina. Essi volsero le spalle e se ne andarono senza parlare. Portai mia figlia all’Ospedale dove rimasi il resto del giorno.

SCENA - DIDASCALIA - Sabato 1 LUGLIO 1944

LUIGI : Due giorni dopo, circa alle quattro del pomeriggio, potei ritrovare il corpo di mia moglie e di mia figlia Giuliana. Il pavimento della soffitta dove si trovava Maria Luigia, vicino al deposito di carbone era bruciato completamente. Non mi fu possibile trovare il suo corpo. Feci una bara per mia moglie e per Giuliana. Furono seppellite insieme alle 7 circa nel cimitero di Civitella. Non c’era nessun sacerdote.Ho riletto questa deposizione. E’ vera e corretta. Vi pongo perciò la mia firma.

SERGENTE : Grazie.

LUIGI : (adirato con se stesso) :Sono stato un codardo se ho lasciato gli altri ad affrontare i tedeschi? Mio fratello Bista giaceva morto, mio fratello Dante doveva prendersi cura della sua famiglia ed io dovevo proteggere la mia. Non sapevo che altro fare! Non potevo pensare che ci fosse un incendio! E che fosse alimentato con tanta violenza dallo zolfo! Non potevamo respirare!

LUIGI : Marietta! Giuliana, Maria Luigia! Cosa ho fatto? Cosa ho fatto?

SERGENTE : Signor Lammioni!

LUIGI : tentai di avvelenarmi all’Ospedale. Mia moglie, la mia famiglia non c’era più, tutta la mia vita non valeva più niente.

VOCI: (voci registrate)

VITTORINA : Babbo!

LUIGI : Vittorina! Il babbo e’ qui! Una suora mi ha salvato. Mi ha accompagnato alla casa! I loro corpi non avevano più nulla di umano, erano masse nere oblunghe, rotondeggianti dove era la testa. Il corpo di Marietta era riconoscibile per un lembo del suo vestito a fiori verdi e gialli.

LUIGI : Così quando c’è giustizia c’è anche speranza.

SERGENTE : Dio sia con voi!

LUIGI : Dio signor Clewland? Dio mi ha lasciato quando si e’ preso i miei figli.

VECCHIA LARA: Tutta la fede in Dio se ne era andata! Mai avevo sentito tale amara solitudine,

DANTE

L’ufficiale 1 fa segno all’orologio che Lara ha al polso

LARA : Mio padre me lo regalò, quando passai agli esami.

Vi prego. E’ tutto quello che mi e’ rimasto. Non ho piu’ nulla.

L’ufficiale scuote la testa e restituisce l’orologio a Lara tentando di dire nascondilo o lo perderai. Lara capisce.

LARA : Grazie siete gentile.

SCENA - DIDASCALIA - Offensiva alleata - Luglio 1944

VECCHIA LARA: L’offensiva alleata diventava sempre più violenta. Le nostre case nel podere venivano colpite regolarmente. Le nostre galline, le nostre oche colpite da proiettili, diventarono nere e verdi sotto il sole cocente. Ma non c’era altro e noi le mangiavamo.

LARA : Mamma? Quando ce ne andavamo da Civitella, ci fu qualcosa che stonava con il resto. Tutti quei tedeschi che gridavano ordini e agitavano i loro fucini. Ma uno di loro era diverso dagli altri. Piccolo scuro stava fermo appoggiato ad un pilastro, scuotendo la testa. Sembrava sconvolto. Noi passammo vicino lentamente ed io sentì uno sparo. Molto vicino. Sono sicura che il soldatino fu ucciso. Non, non posso essere certa. Non lo vidi cadere e non vidi il suo cadavere. Nessuno sembrò aver notato qualcosa. Tu lo vedesti? …………

ARMIDA : Quell’orologio te lo regalò il tuo babbo!

LARA : Si, si ce l’ho ancora. Guarda.

ARMIDA : Gli hanno preso il suo. Prima di ucciderlo.

LARA : Quel tedesco mi ha detto di nasconderlo. In caso…..

ARMIDA : L’unica cosa che aveva. Era stato di suo padre, prima.

LARA : Mamma.

ARMIDA : Era stato un soldato nella grande guerra.

LARA : Lo so. Il maggiore Lammioni

ARMIDA : Come possono distruggere tutto questo?

LARA : Non lo faranno, non possono.

…….. pag 36,37 e 38

 

ATTACCO

 

SUONI: Voci confuse

- I tedeschi hanno dato fuoco al loro deposito di munizioni!

- Abbandoneranno la linea difensiva, allora!

- I bastardi se ne vanno!

  • Grazie a Dio, grazie a Dio!

……. Pag 39 alcune righe

 

VECCHIA LARA: Cosa ci succederà ? Alla merce di dodici soldati. Di quali violenze saremmo state vittime prima che se ne andassero? Tanti spari ed ora tutto nel silenzio. Guardavo il soffitto e cercavo di immaginare come era quel silenzio. Come se il soffitto fosse stata una tela, una macchia rossa appariva in un angolo, non un rosso brillante ma un rosso brutto, sporco. Un sogno interrotto! E io sono di nuovo sveglia

SUONI: Voci disparate

  • Se ne sono andati. I tedeschi sono andati via
  • Sei sicuro?
  • Zitti!
  • Siamo salvi finalmente?
  • Usciamo e diamo uno sguardo.
  • No, meglio stare qui, siamo più al sicuro. Aspettiamo
  • Dovrebbero arrivare presto, gli Inglesi,
  • Sento dei rumori, fuori!
  • Gli inglesi vengono per liberarci, ma se ci prendono per tedeschi?
  • Potrebbero sparare, non vorranno perdere tempo a controllare!
  • Facciamo piangere i bambini. Così si renderanno conto che non siamo soldati.
  • Ascoltate . Devono essere loro!
  • Sono gli Inglesi. Facciamo sapere che siamo qui!

SANDRO : Aspettiamo, dobbiamo essere sicuri!

TUTTI : Viva i liberatori! Viva gli Inglesi!

SANDRO : Zitti tutti, per amor di Dio!

3° UFFICIALE TEDESCO: Cosa c’è? Volete i liberatori?

LARA : Lascialo stare!

Un soldato alza il fucile per colpire Sandro. Sandro spinge via il fucile e il soldato gli spara uccidendolo!)

LARA : Sandro!

3° UFFICIALE TEDESCO: Fuori! Fuori!

ARMIDA : Sparate a me ma lasciate andare gli altri.

3° UFFICIALE TEDESCO: Tutti morti - Domani - tutti neri!

 

LA SIGNORINA

 

VECCHIA LARA: Ci condussero al fienile. Tutti insieme. Eravamo spaventati, ci aspettavamo di essere uccisi, forse con il fuoco. Avevo davanti agli occhi le forme annerite dei cadaveri di Civitella e michiedevo come il lembo del vestito della zia Marietta fosserimasto intatto dal fuoco.Potevo vedere il terrore negli occhi di mia madre, della miaSorellina e di tutti gli altri. E così aspettammo., troppo impauritiper dormire, troppo impauriti per pensare. Io afferrai il mioorologino come se volessi stringere la mano del mio babbo.Quando il terrore era giunto al massimo ……

Un soldato entro’ nel fienile

2° UFFICIALE : Dov’è la signorina? Ve lo chiedo un’altra volta. Dov’è la signorina? Ripeto: Dov’è la signorina?

VECCHIA LARA :il terrore mi afferro allo stomaco. La nuova minaccia riguardava me e non gli altri. Il miocervello cominciò a lavorare febbrilmente per trovare una via di scampo. Sapevo che i soldati sarebbero tornati presto. Io indossavo ancora il mio vestito con i papaveri rossi, facile a vedere anche nell’oscurità. Cercai febbrilmente qualcosa per camuffarmi e trovai una vecchia giacca nera che i contadini portavano quando lavoravano le viti.

Due soldati ritornano con le torce

3° UFFICIALE : dove è la signorina?

VOCI DISPARATE: Non e’ giusto che per una sola persona si debba soffrire tutti.

State zitti.

3° UFFICIALE : Avete da dire qualcosa?

VOCE : Non c’è niente da dire.

3° UFFICIALE : E’ qui non e’ vero?

VOCE : Se ne è andata; è tornata in paese!

UFFICIALE : No signorina. Tutti morti, tutti neri!

VOCI : Dovete andare da loro ……(dai tedeschi) dovete farvi vedere ….

VECCHIA LARA: Le loro parole non mi offesero, io capivo il loro terrore. Ma io non avevo nessuna intenzione di farmi avanti e nel mio cervello turbinavano piani di difesa e di fuga uno più irrealizzabili e sconclusionato dell’altro. Per me non c’era scampo. Sapevo che il mio travestimento non avrebbe retto. Mi avrebbero trovato.

3° UFFICIALE : Oh! Ecco l’abbiamo trovata, la ragazza e’ qui.

……… pag 41 alcune righe

Improvvisamente la voce dell’Ufficiale che comandava il gruppo

UFFICIALE COMANDANTE: Voi due, subito qui, svelti.

I soldati ubbidiscono al richiamo, ma prima di andarsene minacciano di nuovo

e chiudono le porte a chiavistello.

3° UFFICIALE : Tutti morti! Tutti morti! Domattina tutti morti!

LARA : Mamma!

VECCHIA LARA: Quando si sente la morte così vicina sembra una cosa preziosa il conquistare anche solo qualche minuto di vita e questi minuti si dilatano come se fossero diventati ore e giorni.

 

LA LIBERAZIONE

 

SUONI: Rumore di bombe vicine.

VOCI: VOCI DAL GRUPPO:

L’inizio inaspettato dell’offensiva alleata Un’offensiva violenta, tremenda Come se tutte le forze militari alleate si fossero concentrate sul piccolo insignificante Malfiano. Il rumore era assordante. Il cielo illuminato a giorno. Il nostro “D-Day” privato. E la notte più lungaUna notte di paura e di grande attesa. Avremmo potuto morire tutti insieme e non sarebbe importato

LARA : Sapevamo che ci saremmo salvati. Dio ci doveva questo.

 

L’ATTACCO FINISCE

 

VECCHIA LARA: Come Dio volle, la luce dell’alba cominciò a filtrare attraverso le piccole finestre. E l’attacco alleato cosi’ come improvvisamente era iniziato finì. Quanto era durato l’attacco, per quanto tempo eravamo stati chiusi in quel fienile non saprei dirlo.

SUONI: VOCI DAL GRUPPO:

Puoi vedere qualcosa?

E’ ancora scuro. Non si sente alcun rumore. Penso che se ne siano andati.

  • Guarda, là verso la concimaia.
  • Cos’è?
  • Qualcosa di contorto, con le braccia stese.
  • Fammi vedere.
  • Tre tedeschi. Morti, grazie a Dio.
  • Speriamo che siano tutti morti.
  • Andiamo via subito. Ci deve essere un modo per aprire questa porta.
  • Può essere pericoloso. Non sappiamo dove sono gli altri.
  • E’ la sola opportunità che abbiamo . Andiamocene subito da questo posto.
  • Venite qui datemi una mano.

Aprono la porta ed escono velocemente

VECCHIA LARA: Oltremodo eccitati, corremmo ciecamente attraverso i campi. Non mi fermai a pensare quale sentiero potesse essere

più veloce o più facile. C’erano altri con me, ma non ricordo chi erano. Qualche misteriosa energia ce ne dette la forza e noi

corremmo a precipizio come matti, verso il basso. Io ero libera, ma improvvisamente, completamente sola.

Lara corre attraverso i campi.

 

TOMMY

 

DIDASCALIA -Cucina da campo della 5° Armata.

VECCHIA LARA: Ad un certo punto mi resi conto che ero sola. Sapevo che seavessi potuto incontrare le linee inglesi sarei stata salva. Infatti il primo segnale che ero arrivata furono grandi fasci di fili telefonici dai vari colori stesi per terra, dove io inciampavo ad ogni passo. Alla fine trovai i soldati inglesi che si affaccendavano nella cucina da campo, con enormi pentole, preparando il loro amato the. Dappertutto si vedevano penzolare, simili ad asciugamani stesi ad asciugare, grandi sfoglie di farina di grano, simili a quelle che si facevano in casa nostra. Allora mi ricordai del mio ultimo pasto, di gallina imputridita e mi accorsi di avere una grande fame. Nessuno sembrava fare caso a me.

VOCI: Dialogo di soldati inglesi

LARA : Ho molta fame. Potrei avere qualcosa da mangiare?

Domanda in inglese dei soldati che Lara non capisce

LARA : Non ho mangiato da giorni. Aiutatemi vi prego.

Idem

LARA : Perché non mi capite? Qualcosa da mangiare …

Si esprime a gesti. I soldati alla fine capiscono e le danno un vassoio con carne, pane, porridge, te.

LARA : Ok! Grazie, grazie infinite!

DIDASCALIA: Sullo schermo appaiono la faccia di Dante, Ufficiali Tedeschi, sangue.

Lara cerca di mangiare ma non può.

LARA : Per qualche strana ragione il mio corpo si rifiutò di inghiottire qualsiasi cosa. Mi sentivo male alla vista del cibo. Mi condussero dal loro comandante che aveva l’Ufficio sul retro di un camion. Fumava la pipa e non mi degnava di uno sguardo. Tra noi era impossibile comunicare così mi fece scendere dal camion.

SERGENTE : In inglese. Cosa vuoi? Ancora tè?

Lara mostra lo sporco e il sangue che ha addosso

SERGENTE : In inglese. Vuoi acqua? L’acqua e’ in fondo al campo.

Lara capisce e si muove. Un soldato (Tommy) la segue. Lara trova l’acqua, non si accorge di essere seguita da Tommy.

TOMMY : Sorry, excuse. Lisa ……

LARA : Che cosa?

TOMMY : Tu. Io ti chiamo Lisa, Va bene? (in inglese)

LARA :Lisa? …….No Lara

VOCE: Tommy continua a parlare in inglese , ma Lara non capisce

Lara si addormenta nella stalla.

Finalmente arriva l’interprete.

GARRICK : (l’interprete) Buon giorno!

LARA : Parlate italiano? Finalmente!

GARRICK : Faccio del mio meglio. Mi hanno detto che voi siete in grado di aiutarci.

LARA : Come e’ bello essere capiti! Cosa e’ accaduto? E’ tutto finito?

GARRICK : Interrompendo - Mi chiamo Garrick. Sono qui per farvi delle domande per conto dell’Esercito Inglese.

LARA : Non so …….

GARRICK : Interrompendo - Prima di tutto come vi chiamate?

LARA : Lara Lammioni. Sono di Civitella.

GARRICK : Civitella? Sono stato informato che venite dal podere Malfiano.

LARA : La mia famiglia possiede Malfiano. Noi siamo andati lì dopo Il massacro.

GARRICK : Di quale massacro parlate?

LARA : I tedeschi sono venuti in paese. Non lo sapete? Hanno ucciso mio padre, mio nonno, i miei zii. Hanno ucciso centinaia di persone, anche il sacerdote.

GARRICK : Centinaia vero?

LARA : Non lo so! Ci mandarono via …..

GARRICK : Non siete tornati poi?

LARA : Si, Si. Siamo tornati per seppellire i morti. Quelli che abbiamo potuto trovare. Le nostre case sono state distrutte dal fuoco. Mia zia le mie cugine sono bruciate vive. C’era sangue dappertutto.

Lara inizia a piangere - Garrick continua

GARRICK : E quando e’ stato tutto questo? Quanti tedeschi pensate fossero? A Civitella?

LARA :Non abbiamo pensato di contarli, mentre stavano massacrando le nostre famiglie.

GARRICK : Quando andaste a Malfiano? Che giorno era?

LARA : Non lo so, non lo so!

GARRICK : Quanti soldati pensate che fossero a Malfiano?

LARA : Hanno ucciso la mia famiglia, i miei amici senza una ragione.! Hanno sparato così! Essi giacciono nella strade di Civitella, in Chiesa. Tutto quel sangue quell’odore!

GARRICK : Avete visto che tipo di armi avevano? Il loro capo? C’è qualcuno che potreste riconoscere? Se li avete visti ………

LARA : Avete sentito quello che vi ho detto? Persone innocenti massacrate. E per che cosa? Vendetta? Odio? Hanno distrutto il nostro paese.

GARRICK : Avete visto il Comandante?

GARRICK : Erano in comunicazione con qualche avamposto? Lo sapete? Per favore cercate di aiutarci!

Lara lo ignora.

GARRICK : Ditemi di Malfiano. Il piccolo edificio in cima alla collina e’ un deposito di munizioni vero?

LARA : E’ la cappella di San Francesco. Il protettore del podere.

GARRICK : Si naturalmente scusate. E’ stato usato come deposito di armi però.

Allora Lara si arrabbia

LARA : Che razza di esercito e’ questo?

GARRICK : Prego, cosa volete dire?

LARA : Che esercito siete? Un’armata ferma qui per giorni e giorni per 12 tedeschi che si affannano a spostare una mitragliatrice da una finestra all’altra per darvi l’impressione di essere in molti. Ed ora non potete piu’ aiutare e’ troppo tardi. Non capite? Giorni e giorni sciupati ad aspettarvi. Volevano massacrarci tutti. Voi non avete fatto nulla!

GARRICK : Non possiamo mettere la vita dei nostri soldati a rischio e noi dobbiamo loro di muoversi sempre con la massima cautela.

LARA : Non metterli a rischio?

GARRICK : Dovete ricordare che ieri eravate nostri nemici

LARA : Avevo un sogno fanciullesco del “soldato eroe”. Uno che mi potesse salvare da tutto questo!

GARRICK : Voi siete mia nemica!

LARA : Io pensavo ………..

GARRICK : La guerra non e’ un gioco.

LARA : No, non lo e’! Continuo a vedere la mia famiglia, i miei amici uccisi, che giacevano in un lago del loro sangue. Continua a vedere quei soldati tedeschi che giacevano vicino alla concimaia, lasciati là a marcire sotto il sole. Senza un funerale, senza una parola di pietà. Queste immagini non scompaiono., continuo sempre a vederle.

GARRICK : Combattevano una battaglia che non potevano vincere, abbandonati senza aiuto al loro destino.

LARA : Ma perché, perché succede tutto questo?

GARRICK : Chi lo sa perché! Un errato senso di disciplina e di dovere! Forse la paura!

LARA : Essi amavano la guerra. Sono allevati per uccidere.

GARRICK : Questo non sembra un sogno fanciullesco.

LARA : Mio malgrado provo un po’ di pieta’ per loro.

GARRICK : Dovete avere una grande fede nel vostro Dio!

LARA : E voi in che cosa avete fede?

GARRICK : Mi hanno detto che eravate sola

LARA : Ho perduto la mia famiglia mentre correvo giù per la collina …. Non so come

Entra Tommy parlando inglese.

GARRICK : Dice che la vostra famiglia e’ stata ritrovata. E’ ora di andare. Non preoccupatevi. Tutto andrà bene.

LARA : Non so cosa dire. Grazie. Ringraziateli per me ….

GARRICK : Non c’e’ bisogno di ringraziarci.

I soldati inglesi salutano.

 

RITORNO A CASA

 

VECCHIA LARA: Dopo qualche giorno fummo portati presso un’altra famiglia, di un paese vicino, dove potemmo godere di un certo grado di comodità e sicurezza. Il pericolo dei tedeschi, la guerra, la paura di una morte imminente era finita. Ma proprio allora il dolore per la morte dei miei cari e la disperazione per aver perso tutto mi ripiombò addosso con orribile violenza. Perché’ i soldati uccidono altri soldati, perché portano uniformi diverse? Perché’ parlano lingue diverse? E’ perché uccidere gli Ebrei? Perché’ qualche malvagio generale lo ordina? I tedeschi sono tutti malvagi? Ci sono tante storie pene di orrore. Civitella non e’ stata sola nel suo dolore. Oh! Babbo ho bisogno di te!

SUONI: Suoni distanti - eco di boogie -woogie etc.

LARA : io siedo sola in un angolo della mia stanzetta e piango. Piango per tutti i miei cari, uno per uno e tutti insieme. Piango per tutti i miei paesani, ricordando di ognuno una parola un gesto. Gente che lavora, che prega. Padri, madri, figli. Tutti uccisi nel nome del Terzo Reich. Ma poi un altro sentimento si aggiunge al mio disperato dolore. Una così crudele ingiustizia. Come potevano gli altri ridere, cantare, danzare ed essere felici? Perché tutto questo a me e’ negato?

VECCHIA LARA: Dentro di me il mio diritto alla vita si faceva sentire prepotente. In fondo avevo appena 20 anni!

LARA : Benché il sole sia stato cocente quell’estate, era freddo. Era freddo tutto l’anno durante l’estate, l’autunno, l’inverno. E poi nevicò, nevicò ancora, ricoprendo tutto quello che era nero, era bruciato, morto. Il bianco ricoprì il nero. E io andai nel paese, nel centro vicino alla fontana, e tutto ciò che potevo vedere era bianco. Tutto bianco, protetto, circondato, difeso dal bianco. Bianco e pulito. Ed io mi sentì nella mia solitudine e nella mia disperazione, finalmente in pace.

 

SCHERMO- DIDASCALIA . Le lunghe ombre di quegli orrori hanno oscurato la mia felicità e condizionato tutta la mia esistenza