Ricordi di Dante Lammioni

Dante Lammioni di anni 50, padre di Lara.

Ucciso dai nazisti il 29 Giugno 1944 a Civitella.

Pochi ricordi salvati dalle fiamme della casa bruciata dai tedeschi.

Foto di Dante Lammioni

 Dante Lammioni

 

1934, Lammioni Dante, Armida, Lara e la piccola Maria Grazia. Foto salvata dalle fiamme della casa

1922, Armida Caccialupi e Dante Lammioni appena sposati

1927, Dante Lammioni con Armida e Lara piccolina

 

 

 

 

 

Nominativo

Paternità

Anni

Abitazione

Professione

 

LAMMIONI Dante

 

       Fu

   Davide

 

  50

 

P.zza Vittorio Emanuele III, Civitella

 

Direttore d’azienda

 

 
                                                               Ricerche d’archivio

 

Testimonianze 78° Section-British Special Investigation Branch (SIB)

 

 

TESTIMONI                                                       ANNI         LUOGO E GIORNO                          WO 204/11470

                                                  (pagine)

1. BARTOLUCCI Gino

 

Civitella 15.11.44

31-34

 

2. ROSAI Dr.Luigi

 

Badia al Pino 29.11.44

48-49

3. LAMMIONI Maria Assunta

34

Civitella 03.11.44

56-59

 

4. CALDELLI Giuseppina Giorgina

33

Civitella 10.11.44

60-63

5. GIOVANNETTI Elda

29

Civitella 16.11.44

98-99

6. CALDELLI Corinna

45

Civitella 23.02.45

122-123

7. BONICHI Erina

32

Civitella 20.12.44

126-127

8. LAMMIONI Lara (figlia)

20

Villa della Fioraia 24 Arezzo

29.01.45

132-133

9. LAMMIONI Armida (moglie)

46

Villa Lippi – Badia al Pino

25.01.45

143-144

 

                                      

Ricerche bibliografiche

 

DOCUMENTI/La strage di Civitella - a cura di R.Bilenchi e M.Chiesi - ediz.1946

Memoria di Maria Assunta LAMMIONI (pagg.799-802)

 

CIVITELLA/UN PAESE UN CASTELLO UN MARTIRIO - E.Biagini - ediz.1981

(pag.171)

 

GIUGNO 1944/Civitella racconta - I.BALO’

Memoria di Lara LAMMIONI LUCARELLI (pagg.271-280)

 

RICOSTRUZIONE DEI FATTI

 

            La Casa Lammioni è situata in Piazza Vittorio Emanuele III, l’ingresso principale si trova presso la cisterna dell’acqua;  abitavano la casa paterna due dei tre fratelli Lammioni, a piano terreno: Dante, il maggiore dei tre fratelli, direttore d’azienda, aveva fatto la prima guerra mondiale come maggiore dell’esercito;  al piano alto:  Luigi, il minore, funzionario comunale;  il mezzano, Giovan Battista, ingegnere edile, abitava in un altro appartamento vicino.

            La mattina del 29 giugno, in Casa Lammioni c’erano: Dante, la moglie Armida Caccialupi, la figlia Lara, il padre e il fratello di Armida sfollati da Arezzo.  Al piano alto erano in casa:  Luigi, la moglie Maria e le loro tre bambine.

            Verso le sette sentirono Giovan Battista chiamare i fratelli da via San Francesco, subito dopo si sentì una scarica di mitra e quando Lara aprì la porta secondaria che dava in via San Francesco vide lo zio disteso in terra in una pozza di sangue.

            Nel frattempo, dall’ingresso di piazza Vittorio Emanuele entrò in casa Maria Assunta, la moglie di Giovan Battista Lammioni con i suoi quattro bambini, aveva avuto paura a stare sola in casa, entrò e sentì gridare che avevano sparato a suo marito, cercò di andare da lui ma i parenti la trattennero, lei lo vide dalla finestra e si svenne.  Si risvegliò quando sentì i soldati bussare con violenza alla porta.

            Dietro richiesta del padre, Lara andò ad aprire ed entrarono quattro soldati con tute mimetiche ed elmetto d’acciaio, costrinsero Lammioni Dante e Caccialupi Giuseppe a seguirli fuori, Caccialupi Federigo era andato alla messa, e rivolti alle donne: Armida, Lara e Elda Giovannetti che era a servizio in Casa Lammioni, gli dissero che prendessero i bambini e andassero fuori dal paese, invece non fu fatta uscire Maria Assunta col suo bambino di un anno che teneva in collo.  I soldati, senza salire al piano alto, dettero fuoco alla casa.

            Quando le donne e i bambini passarono presso la cisterna per andare verso la torre a sud, videro Lammioni Dante e Giuseppe Caccialupi nel gruppo degli uomini tenuti prigionieri.

Gli uomini furono perquisiti e poi distribuiti in file di cinque uomini ciascuna e venivano spinti verso il luogo dell’uccisione, Lammioni Dante fu introdotto nella terza fila, in quella stessa di Scaletti Dario, di Gualdani Cesare, del paesano che fu messo al posto del ragazzo Bigiarini Luigi e di Bartolucci Gino che riuscì a salvarsi e a cui si devono molte informazioni di quelle uccisioni.  “Allora Lammioni Dante, sopraffatto, cadde disteso per terra, si coprì gli occhi con le mani e cominciò a gemere ed a gridare in preda al terrore.  Il tedesco con la pistola gli si fece sopra e gli sparò tre colpi nella regione del cuore.  Non ci fu più nessun rumore o movimento da parte di Lammioni Dante”.

            Gli avevano appena sparato i tre colpi al cuore che passò sua cognata Maria Assunta sempre col bambino in braccio dopo che finalmente era riuscita a sottrarsi al soldato che la tratteneva nella casa in fiamme e ora fuggiva via dal paese.  Vide Dante che giaceva nella strada in una pozza di sangue e sentì che gridava:  “addio Armida”.  Un soldato che parlava in perfetto italiano urlò allora ad uno dei suoi compagni: “questo grasso maiale non è ancora morto, sparagli ancora”.  Questa volta Dante fu colpito alla tempia.

            Dopo le undici, Caldelli Giuseppina Giorgina portò il corpo di Lammioni Dante davanti la sua casa.  Poco dopo, uscita dal suo nascondiglio nell’orto del prete, Bonichi Erina vide il corpo di Lammioni Dante dentro l’ingresso di Casa Caldelli.  Nel primo pomeriggio anche Caldelli Corinna vide il corpo di Dante nell’ingresso della sua casa.

            Lara Lammioni tornò in paese alle sedici, andò a Casa Caldelli e vide i corpi del padre e del nonno.  Il padre aveva ferite d’arma da fuoco nella parte sinistra del petto.  In una memoria successiva resa alla Balò, Lara dice che il corpo del padre aveva sangue “raggrumato dalla parte del cuore e sopra l’orecchio”.  Il Dottor Rosai dichiara le sole ferite al petto.

            Fecero fare la cassa da Badii di Viciomaggio e sabato 1°luglio alle ore 17, Lammioni Dante fu sepolto nel cimitero di Civitella insieme agli altri parenti uccisi.

 

 

Ricerche d’archivio e bibliografiche:  Romano Moretti

Ricerche territoriali: Alessandro Meluni