Foto Luigi Lammioni

Testimonianza in Italiano di Luigi Lammioni

Testimonianza originale in inglese lasciata alla commissione d inchiesta Sib

Testimonianza di: Luigi Lammioni

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  2 - novembre - 1944

Testimonianza di: Lammioni Luigi di anni 44

Che dice:

Sono nato a Civitella e ho vissuto qui tutta la vita. Sono impiegato presso il municipio a Badia al Pino. Sono sposato da 8 anni.

Mia moglie Sandrelli Maria di 34 anni e le mie 2 bambine Giuliana di 5 anni e Maria Luigia di 2 furono uccise dai tedeschi il 29 giugno 1944. Una delle mie bambine Vittoria di 5 anni è ancora viva.

Il 18 giugno, domenica circa alle 19.00 ero in Piazza a Civitella quando vidi 4 tedeschi entrare nel dopolavoro. Sapevo che nella zona c erano i partigiani e se si fossero incontrati con i tedeschi ci sarebbero stati scontri armati, così io rientrai subito in casa.

Circa alle 20,30, mia moglie mi disse che aveva sentito spari in paese, così io mi affacciai alla finestra e vidi gente che correva per la strada. Un ragazzo, Rossi Roberto, di 12 anni venne in casa mia e disse che alcuni soldati tedeschi erano stati uccisi nel Dopolavoro (circolo). Il ragazzo non sapeva chi aveva ucciso i tedeschi e quanti ne erano stati uccisi.

Quella notte non accadde nulla di insolito e così ce ne andammo a letto a mezzanotte circa.

Il giorno seguente tutta la gente iniziò ad andarsene da Civitella, poiché avevano paura della rappresaglia dei tedeschi per l uccisione dei loro camerati nel Dopolavoro.

Alle 15 circa di lunedì 19 giugno accompagnai la mia famiglia nel podere di Ciardi Fortunato, situato a circa 2 Km da Civitella.

Martedì 20 giugno 44 circa alle 7.00 tornai a Civitella, essendo un impiegato del comune, pensai che era mio dovere informarmi su ciò che era accaduto. In paese incontrai la Sig.ra CAU. la quale era impiegata dai tedeschi nella zona. Parlai alla CAU ed ella mi disse che aveva mandato per mezzo di Magini Rinaldo (ora morto) una lettera ad un ufficiale tedesco alla fattoria di Dorna (Badia al Pino) informando della morte dei 2 tedeschi nel dopolavoro.

La CAU, in quel momento era impegnata a preparare i corpi dei tedeschi per il funerale, aiutato in questo da Dondolini Domenica un infermiera dell' ospedale.

Verso le 10.00 un tedesco venne in paese e andò nel dopolavoro. Presumo che esaminasse i corpi.

Questo soldato venne da me, accompagnato dalla Cau che mi spiegò che era un ufficiale medico. Non posso descrivere questo ufficiale solo che aveva una Balilla Fiat. Questo ufficiale mi ordinò di preparare due bare per il funerale. Poi se ne andò.

Provvidi a preparare la bare con il legno offerto dal Sig. Sabatini (adesso morto)

Circa alle 13.00 di quello stesso giorno, un camion tedesco venne a Civitella con a bordo circa 15 soldati. Andai a vedere questi soldati ed essi mi dissero che erano venuti per seppellire i loro camerati. Spiegai a uno dei soldati che parlava bene l italiano che se i morti dovevano essere sepolti nel locale cimitero mi sarebbero servite le generalità per annotarle nel registro. Il soldato fu d accordo su questo e due di loro mi accompagnarono in casa mentre gli altri sistemarono i corpi nelle bare.

I due soldati mi dettero tutte le generalità dei due tedeschi che io trascrissi in un pezzo di carta. Questa carta fu firmata dal soldato che parlava l italiano. Firmò come Sgt. non posso ricordare il suo nome. Non ho potuto ritrovare quella carta poiché i tedeschi mi bruciarono la casa.

Quel pomeriggio andai al funerale dei 2 tedeschi al cimitero di Civitella. Quando la cerimonia fu finita i soldati tedeschi tornarono in paese. Erano circa le 17.00. Il sergente mi venne vicino e mi disse : "per domani alle 12, vogliamo sapere chi sono i Partigiani , altrimenti rappresaglia." Cercai di ragionare con il sergente. Egli però si rifiutò di ascoltare e disse che la sua era l ultima parola.

Mi fu allora permesso di tornare a casa e i soldati andarono in giro per il paese chiedendo vino che fu loro dato. Questi soldati erano vestiti con uniformi grigio-verdi e elmetti d acciaio. Tutti portavano fucili automatici e granate a mano nella cintura.

Verso le 18.00 dello stesso giorno udì colpi di rivoltella e subito dopo ci furono forti colpi alla porta di casa mia. Quando aprì la porta, i soldati tedeschi mi puntarono le loro armi. Mi portarono sotto la minaccia delle armi, alle rovine della vecchia torre, dove mi spiegarono che avevano visto un uomo con il binocolo che li guardava dalla cima della torre mentre uscivano dal paese.

I tedeschi avevano fatto ricerche fra le rovine, ma non avevano trovato nessuno. I soldati poi mi portarono alla porta sud-est (porta Senese) dove avevano tre uomini (civili) prigionieri. Dovevo spiegare chi erano questi uomini e se appartenevano al paese. Dissi questi uomini chi erano ed essi furono rilasciati.

I tedeschi se ne andarono.

Quella notte raggiunsi mia moglie e le bambine al podere circa alle 20.00.

Con la mia famiglia, tornai a Civitella alle 10.00 di lunedì 26 giugno 1944.

La prossima volta che vidi soldati tedeschi a Civitella fu il 29 giugno 1944. Era il giorno di S. Pietro e Paolo. Mia moglie andò a messa circa alle 6,45.

Circa alle 7.00 udì mio fratello Lammioni Giovan Battista 47 anni che mi chiamava dal retro della casa. Mi disse di uscire subito poiché i tedeschi stavano venendo. Immediatamente corsi giù per le scale, ma mentre scendevo, sentì colpi di fucile che sembrarono molto vicini. Questi colpi di fucile mi impressionarono così io aprì la porta con molta cautela e vidi mio fratello Battista che giaceva in un lago di sangue nella strada. Non osai andare da lui in caso che i tedeschi fossero nelle vicinanze, così chiusi la porta e tornai in casa.

Nel frattempo mia moglie era tornata dalla Chiesa e suggerì di andare nella soffitta. Questa soffitta era mezza piena di carbone ed aveva soltanto una piccola finestra nel tetto. Durante questo tempo ci fu un gran numero di spari nel paese anche se nessuno sparò vicino dove eravamo noi.

Dopo un po' sentì qualche sintomo strano che mi toglieva il respiro e dovetti andare alla finestra per un po' di aria fresca. Poi guardai mia moglie, aveva la bava alla bocca e le bambine giacevano perfettamente immobili. Cercai di afferrare mia moglie, ma non potei aiutarla, sembrava che fosse già morta.

Presi una bambina Vittoria, 5 anni e attraverso la finestra la posai sul tetto. In quel momento mi resi conto che la casa stava bruciando, allora con la bambina, attraverso il tetto raggiunsi la casa vicina.

Gli spari continuarono in paese, così aspettai un po' di tempo prima di uscire. Quando mi decisi di uscire c erano solo 2 tedeschi nella Piazza. Andai da loro e chiesi se avessero pietà della mia bambina. Essi mi girarono le spalle e se ne andarono senza parlare.

Allora andai alla scuola e mi sedetti fuori dove vidi 4 corpi e riconobbi Caldelli Virgilio in uno di loro. Mi fermai un po' alla scuola, poi andai con mia figlia all' Ospedale dove rimasi per il resto del giorno.

Sabato primo luglio 1944, circa alle 16 riuscì a trovare il corpo di mia moglie e della piccola Giuliana. Il pavimento della soffitta vicino al carbone, dove stava Maria Luigia era bruciato completamente. Non sono riuscito a ritrovare il corpo, così penso che ella possa essere scivolata sul fuoco attraverso il pavimento e il suo corpo completamente distrutto. Feci una bara per mia moglie e la piccola Giuliana. Furono sepolte insieme circa le 19.00 di sabato 1° luglio 1944 nel cimitero di Civitella. Non c era nessun sacerdote presente al cimitero. Tutto quello che posso ricordare dei tedeschi è che tutti portavano elmetti d acciaio e giacche mimetizzate.

Ho riletto questa testimonianza, è vera e corretta e vi pongo la mia firma:

(firmato) Lammioni Luigi

Dichiarazione scritta in italiano e firmata alla presenza dal Pte. Di Duca Braglia,
interprete, alla presenza del sergente CLEWLOW, entrambi della Sezione 78, SIB, mercoledì 2 novembre 1944, Badia al Pino - Arezzo.

Certifico che la presente traduzione dall'italiano è vera e corretta e al meglio delle mie
capacità. Di Duca Braglia